Intervista Giuseppe Accorsi, Presidente Banca Centro Emilia.
Domanda: Anche il mondo del credito si sta muovendo contro il “Caro Bollette” con alcuni nuovi servizi offerti a famiglie ed imprese. Ad esempio alcuni grandi istituti di credito hanno previsto la rimodulazione dei mutui, tassi agevolati in base al reddito e rateizzazione delle spese. Cosa ne pensa?
Il nostro Statuto sancisce il ruolo delle banche di Credito Cooperativo a supporto del tessuto economico e produttivo dei territori ove operiamo; è una missione a cui non siamo mai venuti meno in questi anni in cui, purtroppo, le crisi si sono susseguite provocando sempre gravi ripercussioni in ambito economico. Le famiglie vedono erodere il loro potere d’acquisto da un’inflazione che, a ottobre ha toccato l’11,9%, a fronte di livelli retributivi che rimangono invariati. Le imprese si trovano, dopo due anni di chiusure forzate e di restrizioni, i costi delle materie prime che hanno subito un’impennata incontrollabile e imprevedibile tanto da costringere alcuni settori a bloccare la produzione pur avendo ordini e commesse da evadere.
Altre tipologie di aziende emettono ordini senza conferme né dei prezzi né delle consegne.
La nostra banca ha voluto favorire l’accesso al credito stanziando un plafond a tasso agevolato per garantire liquidità agli imprenditori che si trovano a gestire le conseguenze della crisi energetica; inoltre, possiamo contare su un ulteriore plafond di 2 miliardi di euro messo a disposizione dalla nostra capogruppo Cassa Centrale sempre per fronteggiare le conseguenze dei rincari delle materie prime.
Domanda: Secondo un’indagine di We Wealth le principali banche italiane hanno messo a disposizione un piano d’azione che prevede diversi miliardi di euro di nuovi finanziamenti a supporto delle piccole medie imprese italiane. Finanziamenti a breve, medio e lungo termine per fronteggiare la crescente sete di liquidità; soluzioni di trade finance volti all’internazionalizzazione delle imprese. Secondo lei ci sono vantaggi concreti a breve termine?
Come dicevo, anche la nostra banca ha fatto la sua parte garantendo accesso al credito in questi momenti di crisi. Lasci però che le parli di un’indagine condotta recentemente dall’Università Cattolica, dalla quale è emerso che le Banche di Credito Cooperativo, banche del territorio per antonomasia, rispondono realmente alla domanda di credito delle imprese. È stato infatti dimostrato che la prossimità fisica di un’impresa ad una filiale di una banca di comunità facilita il suo accesso al credito bancario, soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti a lungo termine con impatto sugli investimenti e sull’economia reale. Le BCC infatti si qualificano per l’esercizio del cosiddetto “credito di relazione” capace di alimentarsi del rapporto di fiducia e la vicinanza degli organi decisionali della banca alla comunità di riferimento; questo fattore è elemento dirimente quando si tratta di prendere decisioni sul merito di credito degli imprenditori. Sono convinto che in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, poter arricchire le valutazioni del merito creditizio con aspetti di natura relazionale sia un fattore di crescita e di inclusione economica nel territorio di riferimento.
Mi faccia inoltre osservare che in un mercato bancario che ha visto ridurre il numero degli sportelli nel 2020 del 3,4% e del 7.8% nel 2021 Banca Centro Emilia si è mossa controcorrente aprendo due filiali e assumendo personale; sono anche questi fatti che dimostrano vicinanza al territorio e la garanzia di offrire risposte ai bisogni reali della clientela.
Domanda: I titoli con multipli di valutazione elevati sono quelli maggiormente a rischio. È d’accordo?
Non riesco a comprendere il senso tecnico di questa domanda; di fatto già facciamo subito. Dare consigli con questa giacca ai clienti non lo ritengo appropriato. Mi cavo la giacca, mi sia consentito esprimere un concetto personale frutto della mia esperienza di vita. Nel contesto attuale del vivere civile io mi preoccupo di fare attenzione a quanto succede attorno, raccomando ai miei familiari di prestare particolare attenzione negli acquisti dei generi alimentari, rimandare il superfluo, evitare l’inutile e cercare di risparmiare qualche soldino. A proposito di soldini, al di là degli aumenti e dei ritardi, la mia maggiore preoccupazione è la tenuta del lavoro. I lavoratori hanno bisogno dello stipendio per il sostentamento delle loro famiglia e per pagare gli indispensabili servizi. Gli ammortizzatori sociali, frutto del tesoretto accumulato dai lavoratori e dalle imprese, in una congiuntura come quella attuale sarebbero insufficienti per superare la crisi.
Sottolineo: questi concetti sono frutto di una personale valutazione dei comportamenti da tenere nell’attualità del momento.
Domanda : Infine: Banca Centro Emilia è una delle poche banche del territorio, forse l’unica nel ferrarese . Qual è il valore aggiunto della vostra banca. Avete vostre strategie?
Banca Centro Emilia è una Banca di Credito Cooperativo appartenente al Gruppo Bancario di Cassa Centrale Banca che è di gran lunga il più solido d’Italia. È una società cooperativa, ovvero una testa un voto, vera forma di democrazia economica, in cui l’utile non è un fine ma un mezzo per poter concedere gli impieghi creditizi. Abbiamo 116 anni di storia a fianco della comunità locale, nata infatti come Cassa Rurale dei Prestiti di Corporeno oggi operiamo nel territorio compreso fra le province di Ferrara, Modena, Bologna e Reggio Emilia con 28 filiali che diverranno 29 con la prossima apertura della filiale di Rubiera prevista per l’inizio di dicembre.
Nel dicembre 2018, con l’incorporazione del Credito Cooperativo Reggiano, ha raddoppiato la base di clienti e soci aprendosi ad un territorio ampio e diversificato: dalla meccatronica del reggiano, all’automotive di Cento, dal biomedicale di Mirandola alla filiera agroalimentare, con l’eccellenza del Parmigiano Reggiano, al turismo dei lidi di Comacchio. La banca è ben patrimonializzata (Tier One pari al 17.63% al 31/12/21), ha poco credito deteriorato e ben coperto, da oltre 10 anni presenta utili che superano i 2 milioni di euro e nel 2021 abbiamo superato i 4 milioni di euro.
Vede, in molti si definiscono banca locale, ma la nostra lo è per preciso dettato statutario, per poter essere BCC dobbiamo obbligatoriamente destinare al territorio almeno il 95% delle attività di impiego. Le risorse che raccogliamo attraverso i risparmi dei nostri soci e clienti vengono prestate alle famiglie e alle aziende che risiedono dove abbiamo le nostre filiali, contribuendo così ad alimentare un circolo virtuoso in cui la ricchezza rimane entro i confini del territorio stesso. Non ci sono altre banche sottoposte a tale vincolo che, in realtà, per noi è un’opportunità per presidiare più da vicino la relazione con i nostri clienti.
La nostra banca, adotta un approccio opposto rispetto alle strategie di riduzione dei costi perseguite dalle altre banche: mantenendo un alto il livello di servizio attraverso una consulenza professionale e con le casse sempre disponibili. Siamo fortemente convinti che il presidio del territorio, con lo sviluppo della relazione, siano elementi fondamentali di vantaggio competitivo.
Intervista di Fulvia Sisti